di Antonio Zuliani

Didascalia

In un batter d’occhio è un’espressione usata per indicare una cosa che accade molto rapidamente. In molte attività quotidiane, dalle mansioni lavorative alla guida di un veicolo incontriamo eventi così improvvisi.
Ma, fuor di metafora, quando stiamo guidando, cosa accade in un batter d’occhi, ovvero quando battiamo veramente le ciglia?

Una ricerca
Da una ricerca di O’Regan e altri (2000) possiamo comprendere come questo batter di ciglia non sia da trascurare per la sicurezza alla guida.
Ogni minuto battiamo le ciglia all’incirca dalle 20 alle 30 volte (Sun e altri, 1997) e ogni battito dura dai 300 ai 400 millesecondi. Non solo, ma gli occhi sono in continuo movimento (Saccadi) il che comporta che dalla comparsa di uno stimolo al momento nel quale viene posto al centro della visione passa un tempo di circa 225 millisecondi. In sintesi ognuno di noi ha i suoi momenti di “cecità”.
Per ogni minuto siamo ciechi dai sei ai dodici secondi, non poco direi. Non cogliamo questi momenti di cecità perché il nostro cervello riempie questi “buchi” anticipando in qualche modo quello che si attende debba accadere.
Quello che i ricercatori hanno mostrato sperimentalmente è che questa attività suppletiva del cervello funziona nel modo descritto al centro del campo visivo, mentre le aree marginali vengono maggiormente trascurate.
In sostanza riusciamo a cogliere con sufficiente efficacia le variazioni delle immagini al centro del campo visivo, mentre ciò che muta ai suoi margini rischia di rimanerci invisibile per un tempo più lungo.
Così se la variazione di un’immagine viene colta immediatamente quando avviene al centro del campo visivo, alla sua periferia può chiedere da tre a quattro battiti di ciglia (come lasso di tempo andiamo dai 9 decimi di secondo fino a 1,60 secondi).
Si tratta di considerazioni molto importanti perché mostrano come eventi che accadono ai margini del nostro campo visivo rischiano di essere percepiti con un pericoloso ritardo, tanto che in un batter d’occhio la realtà esterna può mutare in modo consistente.

Due conseguenze
Questo studio ha due implicazioni. La prima è che tutti dobbiamo aver consapevolezza di questa realtà cognitiva, in modo da non cadere nell’illusione di essere sempre attenti a ciò che accade. La seconda riguarda la salienza dei segnali di modo che, anche se presenti ai margini del campo visivo, riescano a imporsi velocemente all’attenzione.
Allora sì che in un batter d’occhio avremmo la possibilità di reagire positivamente.

 

Bibliografia
O’Regan J. K., Deubel H., Clark J. J. & Rensink R. A. (2000), Picture changes during blinks: Looking without seeing and seeing without looking, Visual Cognition, 7, 191-211. 
Sun W. S., Baker R. S., Chuke J. S., Rouholiman B. R., Hasan S .A., Gaza W., Stava M.W. & Porter J.D. (1997), Age related changes in human blinks, Investigative Ophthalmology and Visual Science, 38 (1), 92–99.

Pubblicato 15/10/2018