Da TTS Italia

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Il termine mobilità sostenibile individua le modalità di spostamento capaci di diminuire l’impatto ambientale e socio-economico generato da mezzi privati, mezzi che favoriscono l’inquinamento atmosferico, acustico, la congestione stradale e l’incidentalità. Pertanto, le amministrazioni pubbliche si fanno promotrici dell’organizzazione di un modello di mobilità sostenibile. Tra gli interventi atti a ridurre la presenza di autoveicoli privati in spazi urbani, è prevista una mobilità alternativa a piedi, in bici, con mezzi di trasporto pubblici, attraverso il car sharing. In seguito ai finanziamenti del 2007 da parte del Ministero dell’Ambiente e dal fondo rotativo di Kyoto, le abitudini degli italiani sono cambiate a favore della mobilità sostenibile, per le aree urbane e le città, in primo luogo.

 

Un altro elemento volto a favorire una maggiore mobilità sostenibile è lo smart working con le sue varianti, che le aziende hanno iniziato a promuovere, progressivamente e gradualmente in questi anni.

 

Tra i maggiori vantaggi dello smart working c’è il risparmio di tempo per quanto concerne il tragitto da casa al posto di lavoro e viceversa. Un vantaggio che ha effetti benefici sulla mobilità sostenibile, permettendo di ridurre in modo notevole il livello di inquinamento, soprattutto nelle grandi aree urbane. Inoltre, la possibilità di dormire più a lungo e il non dover guidare o spostarsi nel traffico riducono il livello di stress del lavoratore.

 

E un lavoratore tranquillo e sereno è più efficace ed efficiente, con una ricaduta positiva per le aziende. Studi recenti hanno riscontrato - nei lavoratori non costretti a stare dietro alla scrivania - un aumento di produttività del 70% e un incremento dei livelli di efficacia ed efficienza pari al 76%. Le aziende non devono sottovalutare l’elemento risparmio sulla bolletta: quando il lavoratore è a casa, infatti, non consuma l’elettricità, il gas e l’acqua dell’azienda.

 

Ma torniamo all’impatto positivo dello smart working sulla mobilità sostenibile. Secondo l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, attraverso lo smart working si arriva a risparmiare un totale di 46 milioni di chilometri, quantificabili in 8-9mila tonnellate di emissioni di CO2, altrettante tonnellate di PM10, diciotto tonnellate di ossido di azoto. Sommando in difetto questi numeri si otterrebbe un risparmio economico di circa quattro milioni annui di mancato acquisto di carburante.

 

In Italia lo smart working potrebbe ridurre le emissioni annue di CO2 di 1.500.000, secondo una ricerca dell’Osservatorio sullo smart working del Politecnico di Milano. Il lavoro da casa di ogni singolo lavoratore ridurrebbe le emissioni di CO2 di ben 450 chili annui, un numero che diventa impressionante su scala nazionale.

 

Fonte: https://mobilita.org/ 

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Pubblicato 02/12/2022

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